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Lido di Orrì. Dell’opera di Kaufmann non resta (quasi) nulla.

Pochi mesi fa, nell’ottobre 2013, una nota rivista nazionale dedicava a Su Logu de S’Iscultura un servizio che sottolineava l’importanza e l’originalità delle opere d’arte a cielo aperto che dagli anni Novanta ravvivano alcuni scorci del Comune di Tortolì. L’allora sindaco, Domenico Lerede, si era così espresso: “i segnali che arrivano dalla stampa nazionale sui pregi della nostra cittadina sono esempio di virtù di cui ci dobbiamo vantare”.

 

Purtroppo, i tortoliesi non sembrano apprezzare davvero questo straordinario patrimonio culturale, frutto del genio di eccellenze artistiche quali Staccioli, Levolella, Mariani, Maria Lai e tanti altri. Prova ne è il fatto che le opere in questione sono state, negli anni, bersaglio di vari e ripetuti atti vandalici. Esempio lampante ne è la cella-osservatorio, opera dell’artista milanese Massimo Kaufmann, sita nel lungomare di Orrì. In questo ultimo periodo l’opera d’arte, come hanno denunciato tanti cittadini, è stata danneggiata in modo gravissimo, privata di alcune parti fondamentali.

 

Della cella originaria, come si vede chiaramente dalle foto, è rimasto ben poco. L’opera risulta ormai irriconoscibile, priva del significato che il suo creatore le aveva attribuito nel 1995, quando il museo en plen air venne proposto al pubblico dalla giunta comunale guidata da Franco Ladu. Un atto gravissimo, una vera e propria barbarie, che si è protratta nel tempo senza che nessuno abbia preso provvedimenti.

 

 

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