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Violenza sulle donne. Una tavola rotonda ha fatto il punto a Lanusei

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“Ma tu come stai?”. E’ la domanda che, tra tutte, raramente viene posta alle donne vittime di maltrattamenti. Questa la frase con la quale si può racchiudere l’interessante intervento della consulente legale del Centro Antiviolenza Ogliastra, durante la tavola rotonda tenutasi il 7 marzo, dal titolo “Donne uccise per mano di un uomo”, presso il Museo Civico Ferrai di Lanusei, in occasione della manifestazione “Rosa… violato”.

 

La tavola rotonda, coordinata dalla dott.ssa Brunilde Giacchi,  ha visto l’ intervenuto del Comandante della compagnia dei carabinieri di Lanusei, che ha esposto come, vi sia un nuovo e più competente approccio da parte delle istituzioni nei confronti di tutte quelle donne che, superando le remore delle ritorsioni e dei ricatti su se e sui propri figli, riescono a denunciare le violenze spesso subite per lunghi periodi, prima di avere la forza di reagire. “Far sapere, con l’istituto del richiamo, che il comportamento dell’aggressore è uscito dallo stretto ambito familiare, è spesso un valido deterrente perché gli atti di violenza si interrompano”, ha affermato  il capitano Danilo Cimicata.

 

La nuova legislatura ha, infatti, ritenuto importante che la donna e i propri figli rimangano nella casa in cui hanno vissuto costringendo, su disposizione del giudice, l’allontanamento d’emergenza. Un altro importante istituto previsto dalla recente legislatura è l’ammonimento, che consente di perseguire l’autore di comportamenti lesivi nei confronti della donna.  Importante certamente è la prevenzione, attuabile con la segnalazione da parte di chi è a conoscenza di donne vittime di violenza, di denunciare restando anonimi agli occhi degli aggressori.

 

A supportare la scelta di denunciare sono a disposizione anche i centri anti violenza. Per quello dell’Ogliastra era presente l’Assistente Sociale che ha puntualizzato che si tratta di femmicidio, quale termine corretto per indicare la violenza sulle donne oltre che l’azione estrema in grado di togliere loro la vita, notando con piacere che il termine femminicidio nel progetto “Rosa… violato” non compare mai. Proseguendo il proprio intervento, ha evidenziato che dietro un omicidio vi è sempre un ciclo di violenza che inizia con lo schiaffo e termina con il tentato omicidio che, purtroppo spesso, giunge a compimento. Dietro alla violenza fisica si cela la più sottile violenza psicologica, questa distrugge la donna perché sempre più sminuita nel proprio ruolo, relegandola a figura di “donna inesistente”. Sono queste le donne che parlano in terza persona e hanno perso l’entusiasmo. Un altro importante aspetto che spesso viene scambiato per dovere coniugale è la violenza sessuale, poiché è molto labile il confine tra ciò che la donna “deve” e ciò che va contro la sua volontà. Ed in fine un altro elemento determinante per distruggere l’identità di una donna è la violenza economica che la porta a dipendere esclusivamente dall’uomo.

 

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