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Lo Stato é laico, la Tares no. A Lanusei impazza il dibattito sulla croce luminosa

la croce luminosa

la croce luminosa

 Atei, laici, agnostici e credenti. Diverse categorie riconducibili ad una unica: il cittadino.

 

Filosoficamente parlando il problema sta nel capire dove finisce la libertà degli uni e inizia quella degli altri. Solo filosoficamente, infatti quando si toccano le tasche…allora iniziano i guai. E’ quello che sta succedendo a Lanusei, dove una croce luminosa sta generando dibattiti e malcontento. Attenzione, non è una questione di fede, ma economica e il problema sta proprio in questo : la croce è stata costruita tramite le donazioni, il luogo è stato concesso dal comune gratuitamente, ma la corrente chi la paga? Perché un non credente, un laico o un musulmano devono pagare per una cosa che non gli riguarda?

 

Tutto iniziò nel 2008, quando, quasi improvvisamente, comparve la croce che venne situata tra le scuole medie e il liceo Leonardo Da Vinci, ed è lì ancora oggi. Ovviamente la prima reazione fu di perplessità ma in fondo  a nessuno importava, finché la croce non cominciò ad emanare la sua forte luce al neon. Accecati o storditi dalla luce, i cittadini espressero subito svariate opinioni. Ad esempio: favorevoli i promotori, in testa l’ex sindaco Virginia Lai, e decisamente contrario un altro ex sindaco Enrico Lai,  mentre la maggioranza dei cittadini si divide in “diversamente favorevoli” (sono contrario ma non voglio offendere nessuno) e “diversamente contrari” (quasi stessa minestra). Il costo della corrente per l’illuminazione pubblica, insieme ad altri servizi comunali, viene pagato oggi tramite la Tares e da Gennaio tramite l’Iuc (imposta unica comunale), tasse già di per se poco apprezzate e rese ancora più ostiche dalla crisi. Qualcuno potrebbe obiettare che le tasse pagano anche la corrente per le luminarie natalizie, l’illuminazione dei centri sportivi, il teatro ecc,  ma questi sono servizi che anche se non usati da tutti, attengono ad una sfera prettamente comunale, mentre la croce “lanuseina”, che illumina le nostre serate ogni giorno dell’anno dal tramonto all’alba, ha palesemente spiccato senso religioso, e come tale dovrebbe essere trattata, e non resa cosa pubblica. Soluzioni ve ne sono svariate.

 

Qualcuno ha pensato ad  un contatore a nome di qualche comitato degli “amici della croce” dove chi lo desidera può contribuire liberamente, ma già Davide Ferreli, attuale giovane primo cittadino di Lanusei, ha in cantiere qualche idea: ”Da poco è stato conteggiato il consumo di corrente, ed effettivamente costa diverse centinaia di euro, così si pensava all’installazione di un timer per programmare un periodo limitato di accensione. Inoltre verrà istituito un capitolo di bilancio ad hoc dove i fedeli che lo desiderano potranno liberamente contribuire …”, e “aggiungiamo noi” in modo da restituire alla Tares la sua laicità perduta.

 

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