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Tortolì. Arriva il commissario in Comune

Vincenzo Basciu è il commissario alla guida del comune Tortolì. L’attacco dell’ex sindaco Lerede: “Ha prevalso la mediocrità”.

 

Proprio mentre in Regione veniva dato l’incarico a Vincenzo Basciu (già commissario a Jerzu e Villagrande) di prendere le redini del comune, nell’aula consiliare di via Mameli, l’ormai ex sindaco di Tortoli, insieme ai suoi fedelissimi, l’ex assessore ai Lavori Pubblici Paolo Stochino, l’ex assessore alle attività produttive Rita la Tosa, incontrava i giornalisti per spiegare ancora una volta la situazione che ha portato alla deriva l’amministrazione di centro destra.

 

Per Lerede, dietro la mossa del 27 novembre, ovvero le dimissioni di sette dissidenti e di tre consiglieri di minoranza che hanno portato alla caduta della giunta, ci sarebbero delle “menti esterne”. Manovre frutto di burattinai che stanno dietro le quinte del teatrino della politica. Non fa nomi Lerede, ma lascia intendere che il gruppo Pd, a capo di Franco Sabatini, avrebbe manovrato da dietro le quinte affinché si arrivasse al punto di non ritorno.

 

“Non pensavo si potesse arrivare a uno strappo del genere – è l’accusa dell’ex primo cittadino – mi fidavo della squadra che avevo scelto. Mi hanno accusato di oligarchia ma forse il mio errore è stato avergli dato troppo spazio. Una via d’uscita l’avevo proposta, avevo chiesto di darci tempo per approvare il bilancio. Poi io mi sarei tirato fuori. Invece ha prevalso la mediocrità, la politica del muretto a secco. Ora ci troviamo senza un bilancio approvato con tutte le gravissime conseguenze che ne conseguono, ovvero il probabile blocco dei servizi sociali: dalla mensa scolastica, al centro giovani. Servizi – ha proseguito Lerede – che avranno autonomia finanziaria fino al 31 dicembre.”

 

Durissime le parole di Paolo Stochino, ex assessore comunale ai Lavori pubblici finito nel mirino dei dissidenti. “Sono stato la pietra dello scandalo, ho vissuto questi tre anni come un intruso, ho dovuto mandare giù diversi rospi, sono stato accusato di aver speso soldi inutili per sete di potere, di pensare solo alla visibilità” è lo sfogo del collaboratore più stretto di Lerede. “Non avevo tempo per pensare a questo, io stavo lavorando e contano fatti”. Stochino va giù duro. “Qualcuno ha interpretato il lavoro del consigliere come un parcheggio per pensionati e nullafacenti. Qualcuno mi ha anche dato del morto ma dovrebbe studiarsi bene la storia del cristianesimo, perché quello morto poi è risorto”.

 

Anche Rita La Tosa ha fatto il suo j’accuse: “Ho vissuto la stessa situazione di Paolo, ogni mio atto era messo in dubbio, visto con sospetto”.

 

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