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Enrico e Anna Aragoni. Sessant’anni di amore e complicità

I coniugi Aragoni oggi

I coniugi Aragoni oggi

 

Nozze di diamante quelle festeggiate da Enrico Aragoni, imprenditore tortoliese di 88 anni e Anna Porrà, cagliaritana di 81. Sessant’anni di vita fianco a fianco, tre figli e nove amatissimi nipoti.

 

Un incontro, il loro, avvenuto in tenera età e poi sbocciato nel tempo in un grande amore, così come racconta il Signor Enrico: “Ho conosciuto mia moglie quand’era ancora una bimba con le calzette corte. Ci trovavamo a Tortolì, il mio paese d’origine, seduti allo stesso tavolo in occasione di un matrimonio. Lei avrà avuto poco più di nove anni. La incontrai nuovamente a Cagliari anni dopo, a San Benedetto. Della bambina non v’era più nulla. Anna, o Annuccia come mi piace chiamarla, era diventata una donna. Una donna bellissima e dal buon carattere. Tra noi si accese qualcosa e dopo sette anni di fidanzamento decidemmo, con il consenso dei suoi genitori, persone davvero speciali, di sposarci”.

 

Se si chiede al Signor Enrico di raccontare qualcosa sulla donna che da sessant’anni è al suo fianco, i suoi occhi si illuminano: “Annuccia è una moglie meravigliosa, lo è sempre stata. Fedele, affettuosa, responsabile, colta e bellissima. Con i nostri figli ha fatto un lavoro stupendo, sono tre persone in gamba che mi hanno regalato dei nipoti eccezionali. In mia moglie ho sempre trovato anche una buona amica, con la quale condividere pensieri ed interessi, come la lettura”.

 

Sul valore della famiglia e sul come far durare un’unione, il festeggiato ha le idee ben chiare: “I giovani stanno uccidendo la famiglia, non rendendosi conto che è il perno della società. Ma se distruggono i semi non avranno le piante, quindi niente di buono nel loro futuro! Tra marito e moglie sono necessarie la pazienza e la diplomazia. Il bene della famiglia deve essere anteposto a quello personale, si deve lavorare in squadra. L’amore ardente nel tempo può anche non durare ma viene sostituito da altri valori, più importanti, come il rispetto, l’affetto e la riconoscenza. Si litiga perché si è diversi ma ciò che conta è trovare un terreno d’incontro, senza buttare tutto all’aria alla prima difficoltà come si fa oggi! Io e mia moglie battibecchiamo ancora oggi perché siamo molto diversi. Ma ci completiamo, come le metà della mela di cui narra Platone. Per questo troviamo sempre la via della comprensione reciproca che, nonostante tutto, riporta il sereno”.

 

Un traguardo, quello raggiunto da Enrico e Anna, che commuove e rappresenta un eccezionale esempio da seguire.

 

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