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Sindacati e imprenditori all’unisono: la crisi è nera

Maurizio Piras, Filca Cisl

Maurizio Piras

Edilizia in Ogliastra: più 12 per cento di lavoratori in cassintegrazione.

Per una volta imprenditori e sindacati sono sulla stessa barca, nel mare tempestoso della crisi economica che non da tregua. L’allarme lanciato poche settimane fa da Confindustria  è stato ripreso e amplificato dalla Cisl . “In questi mesi il settore dell’edilizia in Ogliastra continua a registrare dati negativi sia per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali che per quanto riguarda l’avvio di nuovi cantieri di lavoro e le concrete prospettive di ripresa del settore” fa sapere Maurizio Piras, responsabile di  Filca Cisl, che snocciola i numeri del disastro. “Da gennaio a giugno -sottolinea a questo riguardo il segretario territoriale  degli edili- nelle nostre sedi di Tortolì, Lanusei e Jerzu, abbiamo ricevuto 334 lavoratori per la consulenza e l’inoltro di domande di disoccupazione . L’incremento rispetto allo stesso periodo del 2012 è del 7 per cento”.

 

Sul banco degli imputati ancora un volta si trova la Regione accusata dei ritardi nell’esame delle pratiche di mobilità. “Solo questa settimana sono state sbloccate con l’invio delle prime 16 autorizzazioni al pagamento da parte dell’Inps ma ci sono ancora circa 320 pratiche che attendono di essere evase . Per questi disoccupati che non ricevono nessuna indennità dal mese di gennaio  la situazione è ormai al limite della sopportazione”.

 

La situazione non cambia sul fronte della forza lavoro che registra inesorabilmente il segno meno. “Per quanto riguarda i dati relativi agli occupati – incalza Piras- abbiamo ancora una tendenza al calo del numero dei lavoratori registrati  sia nella Cassa edile nuorese, meno 9 per cento, sia nell’ Edilcassa Sardegna pari a meno 8”.  Per i sindacalista  il mancato avvio delle opere pubbliche programmate dalla Regione dall’Anas e dalla Provincia, ha contribuito a determinare una situazione intollerabile. E proprio ai rappresentanti della politica è rivolto il suo appello di maggiore concretezza. “Ormai – è la sua conclusione – bisogna pensare che si deve  andare oltre la protesta scenografica e chiedere un nuovo piano di responsabilità politica, sociale e amministrativa di un territorio che si faccia governo per una nuova economia incentrata sul lavoro e sulla legalità”.

 

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