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Il ritorno alla terra dei giovani ogliastrini

vigneti ogliastrini

Sono sempre più numerosi, a volte lo diventano per necessità altre per convinzione. Sono i nuovi contadini, giovani diplomati e laureati che scelgono di dedicarsi alla terra.

 

Per Ivana Mura, 32 anni, di Lotzorai, laurea in agraria conseguita all’Università di Sassari, il destino era quasi segnato. Il suo sogno nel cassetto, ormai prossimo a concretizzarsi grazie ad un finanziamento, è  la coltivazione nei terreni di famiglia di un vigneto con una varietà tipica del territorio ogliastrino: il Cannonau.

 

Una scelta dettata da profonde convinzioni.  Amante dell’aria aperta e del contatto con la natura, Ivana ha ben forte  il senso della salvaguardia dell’ambiente e della cultura e punta ad un vino di qualità Doc.  “Sono aperta alla cooperazione con i contadini, allo scambio dei fattori produttivi, dei servizi, dei prodotti e delle conoscenze e credo nella vitalità del settore agricolo” spiega la neo imprenditrice agricola. Ivana rispecchia queste nuove figure di contadini, contadini con un profilo diverso, che qualche volta non sono direttamente legati al mondo delle campagne e hanno un alto livello di competenze relazionali e cognitive, con un’istruzione medio-alta. Che sanno di trovare nella terra un economia solidale molto più avanti di quella moderna e riflettono sulla possibilità di intraprendere una nuova strada.

 

Tra i nuovi contadini non ci sono soltanto i “predestinati”  ma c’è chi torna alla terra  per altri motivi. Come Antonio, che da agente penitenziari diventa agricoltore , oppure Stefano, architetto a Roma che si cancella dall’albo e decide di tornare alle origini. Scelte di vita drastiche: si abbandona la solita routine per tornare nel cuore della vita, per tornare su questa terra.

 

Sicuramente c’è anche un po’ di follia in queste scelte, la sfida contro un modello dominante che la nostra società tende ad imporre.

 

E così, anche in Ogliastra, ma il fenomeno è generalizzato,  si  torna ad un progressivo ripopolamento della campagna. Si attivano quei processi di ricontadinizzazione, utilizzando l’espressione moderna di Van Der Ploeg (professore di Sociologia rurale presso l’Università di Wageningen nei Paesi Bassi), per indicare il ritorno dei contadini attraverso una lotta per l’autonomia e la sopravvivenza in un contesto di privatizzazione e dipendenza, e si affronta una sfida ardua.

 

Che  giovani trovino sempre più sbocco nel settore agricolo è un dato certo certificato dalle associazioni di categoria. L’agricoltura è l’unico settore che mostra segni di vitalità economica e nei primi mesi del 2013 la Coldiretti registra un vero e proprio record di aumento dell’occupazione dei giovani in agricoltura.

 

Tra i fattori c’è anche la crisi economica che ha messo in discussione il modello industriale facendo riflettere su modelli di sviluppo alternativi. E poi c’è una questione che non può rimanere sottotraccia:  la qualità del cibo. L’alimentazione diviene un tema cruciale, in virtù dei cambiamenti in atto, e se da un lato si guarda sempre più con diffidenza alle produzioni delle grandi catene alimentari, dall’altro si presta sempre più attenzione ai prodotti bio.

 

 

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