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Intervista al sindaco di Girasole Gianluca Congiu

Gianluca Congiu, 38 anni, sindaco di Girasole, da un anno è alla guida di una giunta formata da giovani. 

 

Lei ha studiato e lavorato per molti anni a Roma dove si è occupato di comunicazione ma nonostante il suo legame con questa città ha deciso di tornare a Girasole e di impegnarsi politicamente per il suo paese. Che cosa l’ha spinta a fare questa scelta?

 

È vero, ho lasciato Roma a malincuore, ma sapevo che era per una causa nobile: dare una svolta alla situazione di Girasole. Spinto da un gruppo di amici, ho deciso un anno fa di presentarmi come candidato sindaco alle comunali. Abbiamo realizzato un programma basato principalmente sulla trasparenza amministrativa, cultura, ambiente, territorio e qualità della vita. Concorrevamo come unica lista e dunque il quorum era il nemico da battere. Malgrado la disaffezione della gente alla politica il quorum è stato raggiunto e gli abitanti di Girasole hanno dimostrato la loro fiducia nelle nostre idee.

 

Cos’è per lei la politica?

 

Per me la politica non è quel teatrino che spesso si vede in televisione. Significa stare vicini alla gente, ascoltare i problemi e risolverli. La politica è azione e coscienza del luogo in cui si abita, della società in cui si vive.

 

La sua giunta amministra senza opposizione. Questo vi facilita le cose?

 

Da un certo punto di vista è un vantaggio. Cerchiamo di valutare ogni decisione con molta prudenza e tra di noi siamo molto critici. Questo continuo confronto interno ci serve da stimolo per crescere e migliorare. C’è da dire poi che, anche se l’opposizione non è presente in consiglio, c’è quella che io scherzando chiamo l’opposizione extraparlamentare, ossia i membri dell’amministrazione uscente che a prescindere dalla bontà di ciò che facciamo non perdono tempo per disapprovare e per cercare di creare malcontento tra la popolazione.

 

Cosa vi ha lasciato di buono la precedente amministrazione?

 

La cosa buona sono alcune opere come il camper service, le vasche dell’acqua potabile, l’anfiteatro presso le scuole elementare, la realizzazione della piazza Sant’Antioco e i lavori del centro storico. La cosa cattiva è che questi lavori non son mai stati finiti. Il camper service non è mai stato aperto, le vasche dell’acqua potabile non sono mai state collaudate, i lavori del centro storico sono ancora da completare. Ma la loro colpa più grave è di non essere mai stati presenti nella comunità: il vecchio sindaco non si faceva mai vedere e a mala pena salutava i suoi compaesani.

 

Cos’è il Consiglio dei bambini?

 

Anche il consiglio dei bambini è una delle poche cose buone che ci ha lasciato l’amministrazione uscente. Si tratta di un consiglio formata da sei rappresentanti dei bambini delle scuole elementari. Periodicamente il consiglio partecipa a delle riunioni in comune in presenza del sindaco e dei consiglieri. Lo scopo è di dare consigli su questioni che riguardano la scuola, gli spazi ricreativi del comune e la vivibilità del paese. Proprio dal consiglio dei bambini è nata l’idea di “Piedibus”, un’iniziativa diffusa in tutta Italia con l’obiettivo di riabituare bambini e adulti a fruire della città a piedi e con altri mezzi più sostenibili.

 

Quali sono le opere che avete in mente di realizzare?

 

Non abbiamo in mente lavori mastodontici. Vogliamo curare meglio il verde pubblico e le zone pedonali, ma soprattutto desideriamo che Girasole smetta di essere un luogo di passaggio tra Lotzorai e Tortolì.  Per questo abbiamo intenzione di regolare meglio il traffico in entrata e in uscita del paese e realizzare delle opere che facciano venire voglia di fermarsi.

 

La prima cosa che ha fatto appena è diventato sindaco?

 

La prima cosa è stata quella di lasciare la macchina a casa e andare a piedi. Andando a piedi si incontrano le persone, si parla con loro e si risolvono i problemi.  Un altro segnale importante è stata la partecipazione alla Giornata ecologica. Insieme a tutti i consiglieri, ai bambini e alle maestre abbiamo ripulito la pineta vicina al mare dalle cartacce e dall’immondizia.

 

Una curiosità: come si chiamano gli abitanti di Girasole?

 

Bella domanda! Per logica si dovrebbero chiamare “Girasolesi”, se non fosse che il vero nome del paese è Gelisuli e dunque l’aggettivo più consono dovrebbe essere “Gelisulesi”. Il nome del paese fu cambiato durante il “Ventennio” in base quella politica di “italizzazione “ dei toponimi perpetuata dal regime fascista. Secondo molti storici Gelisuli deriverebbe dal nome della vecchia Sulci orientale e dunque c’è che dice che dovremmo essere chiamati Sulcitani, ma io ho alcune perplessità a riguardo e credo che in nome del perfetto bilinguismo sia giusto usare sia l’aggettivo Girasolesi che Gelisulesus!

 

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