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Tortolì. Ultimatum Consorzio: 60 giorni per recuperare 700mila euro

Operai in stato di agitazione: previsto nuovo sciopero.

Situazione sempre più nera per il Consorzio Industriale di Tortolì e per suoi dipendenti. Ieri il Tar della Sardegna ha nominato un commissario ad acta, Sergio Cicu, che avrà  l’incarico di confiscare l’esorbitante cifra di 700milaeuro al Consorzio Industriale, il quale deve pagarli alla famiglia Usala, proprietaria dei terreni per l’allungamento della pista aeroportuale.

Una notizia che era nell’aria da tempo e temuta dai quattordici dipendenti del Consorzio. Ora chi pagherà i loro stipendi arretrati? Il nuovo Presidente Davide Burchi ha le mani legate. “L’unica prospettiva – afferma Burchi– è quella di trovare un accordo con Abbanoa, che deve farsi carico della gestione del depuratore. Esiste una legge regionale che la obbliga a farlo.”

Il nuovo presidente in carica da qualche settimana si trova tra le mani una brutta gatta da pelare. Il Consorzio, con oltre 12 milioni di euro di debiti, non paga gli stipendi ai dipendenti da gennaio e  ieri è arrivato l’ultimatum dal Tar:  60 giorni per recuperare 700 mila euro. Ci vorrebbero i super poteri per Burchi. “Ero al corrente delle tante difficoltà e dei rischi nei quali mi sarei trovato, quando ho accettato questo incarico – aggiunge Burchi – Anche della possibilità di essere costretto a formalizzare un dissesto finanziario e di dover liquidare l’ente. Ma sono convinto che il Consorzio Industriale può essere una struttura importante per lo sviluppo del nostro territorio, la politica non deve e non può tirarsi indietro in questo momento”.

Intanto, i quattordici dipendenti attendono gli stipendi arretrati dal mese di gennaio.”Dobbiamo mantenere una famiglia, pagare il mutuo, le bollette, la spesa” – dice Marcellino Dessole, operaio consortile dal 1993, che in questi ultimi vent’anni ne ha viste tante, forse troppe. “Non è la prima volta che ci troviamo in questa situazione, – afferma l’operaio – L’anno scorso abbiamo dovuto aspettare sette mesi per i nostri stipendi. Attualmente siamo in stato di agitazione, quello dello scorso giovedì è stato il primo sciopero ma ne prevediamo un altro a breve, se entro questa settimana non riceveremo i nostri soldi, come ci è stato promesso.  Noi operai lavoriamo duro, non possiamo mai abbandonare il depuratore, deve essere in costante controllo, altrimenti si  rischia il disastro ambientale. Noi teniamo alla nostra terra ma non possiamo più andare avanti in questo modo. Ci sono state fatte delle promesse, il nuovo Presidente Burchi si sta dando da fare per la nostra situazione ma la Regione deve ascoltarci, chiediamo una soluzione definitiva.”

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