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Soccorso Alpino: gli angeli del Supramonte

Vengono chiamati “angeli custodi del Supramonte”, veri e propri guardiani pronti a soccorrere escursionisti improvvisati e a cercare persone scomparse. Stiamo parlando dei membri del Soccorso Alpino. Non è un caso che si utilizzi spesso l’appellativo di “angeli”, visto che i numeri parlano chiaro: 43 le richieste di soccorso nell’arco di tre anni per un totale di 45 persone coinvolte.

La stazione SASS di Urzulei è stata inaugurata nel 2009, è costituita da 19 volontari e ha iniziato la sua attività di soccorso nel 2010. Quando si entra a far parte del Soccorso Alpino bisogna seguire un vero e proprio iter formativo che può durare diversi anni. È inoltre necessario conoscere alcune discipline: Cartografia, Arrampicata, Pronto Soccorso. È  certamente utilissimo l’impiego di strumenti quali il gps e la radio, ma è altresì fondamentale la conoscenza del territorio nel quale si opera. Infatti, la tecnologia aiuta ad effettuare interventi veloci e mirati, ma senza un addestramento e una formazione continua tutto ciò non sarebbe possibile.

Essere volontario richiede senza dubbio dei grandi sacrifici. Ma tali sacrifici vengono ripagati nel tempo. E’ molto utile a tal proposito ricordare le parole di Valerio Zani, Vicepresidente Nazionale del Cnsas:  “E’ necessario continuare sulla strada della crescita tecnica, portando la nostra professionalità su tutte le attività che si svolgono in montagna e in ambienti disagevoli, coinvolgendo al massimo i tantissimi volontari che sono il nostro patrimonio più grande”.

In questo ambiente spesso si dice che quando si inizia a scalare la montagna non si vuole più smettere, l’arrampicata diventa una sorta di malattia. Pare proprio che anche nella giovane stazione di Urzulei siano stati tutti “contagiati”. Una bellissima patologia, se si considera che l’obiettivo primario è quello di mettere in salvo vite umane.

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