Al rientro a casa fuggivamo via lasciandoci alle spalle i nostri genitori, fingendo di non sentire i loro “non correre” e “torna a subito”. Andavamo in cantina e prendevamo una delle tante zucche che qualche giorno prima avevamo raccolto dai campi sotto cassa. Sceglievamo quella più bella, toglievamo la polpa e intagliavamo il naso, la bocca e gli occhi, così da farla sembrare una testa. Appena faceva notte poggiavamo “sa conca de mortu” con dentro un lumino nell’angolo più oscuro della strada e aspettavamo di vedere la reazione dei passanti. Rimanevamo a guardarla per ore, rapiti dal luccichio della candela che, nel buio della sera, formava per noi ombre tremanti e minacciose.
Quella delle zucche era una tradizione che avevamo imparato dai ragazzi più grandi del nostro vicinato e che loro avevano conosciuto dai loro fratelli maggiori! Oggi solo pochi bambini lo sanno, ma l’uso di decorare le zucche, insieme alla questua e agli scherzi il giorno dei morti è un’usanza che in Sardegna, come in altri paesi Mediterranei, è sempre esistita ben prima degli influssi della tv e delle mode anglosassoni. Nessuno di noi, infatti, sapeva cosa fosse Halloween.
Del perché di tutte queste somiglianze tra la ricorrenze del giorno dei morti e la festa di Halloween se ne parlerà tra qualche giorno ad Ilbono nella manifestazione “IS ÀNIMAS; S’ISTÒRIA DE SA DIE DE IS MORTOS E GIOGOS IN SARDU”. L’evento è organizzato dall’Associazione S’imbentu, insieme a S’Ufìtziu Limba Sarda de Nùgoro, lo Sportello della Lingua Sarda di Ilbono e all’Istituto Bellieni di Sassari. Il programma sarà composto da una prima parte dove si parlerà delle origini della festa dedicata alla commemorazione dei morti, e da un’altra dedicata ai bambini, con giochi e piccoli regali per tutti. L’appuntamento è per il 1° novembre alle ore 17.00 presso la casa-museo “Sa Domu de is Ducus” di Ilbono.